27 giu 2007

Le intercettazioni

Per qualcuno a volte sono come il cacio sui maccheroni.

Supponiamo che io debba vendere una cosa un pò micragnosa, visto che so anni che sta lì improduttiva e nessuno la prezza e come fa chi vende quando chi si presenta all’acquisto è indeciso, tentennante e offre poco, allora metterei in atto la seguente strategia:

1) sparo lì una cifra e dico di sbrigarsi, perchè ho già un altro acquirente pronto a sborsarla ottenendo come prima reazione la fuga del potenziale vero acquisitore

2) dico al mio amico venale di lanciare un offerta pubblica (gridata ai 4 venti) sulla cosa in vendita

3) i 4 venti spandono la notizia ed i poveretti che magari avevano briciole della cosa, vista la leggera rivalutazione corrono a venderle, mettendosi l’animo in pace

4) l’amico venale, che rastrella, ad un certo punto, impazzito, comincia a telefonare a destra ed a manca, dicendo che ormai la cosa è sua e nonostante sollecitato a non parlare continua a brindare con gli amici a destra ed a manca e a parlare, brindare, parlare, parlare, brindare, a destra e a manca.

5) il grande fratello decide che tutto ciò non è cosa buona, nè giusta o salutare, prende il venale e lo minaccia di taglio di unghie se non rinuncia alla cosa

6) il venale rinuncia, ma il vecchio acquirente messo in fuga è ormai convinto che l’acquisto della cosa è un vero affare tant’è che è disposto a pagarla anche qualche cent in più.

Qualcuno ci ha raccapezzato qualche cent in più, il poveretto che già era scettico ora non crede più, i 4 venti continuano a brindare a champagne, ma quel che più conta i giornali hanno aumentato la tiratura pubblicando tutte le catzate intercettate e soprattutto nessuno, che mi risulti, finirà all’inferno, in quanto simmo tutti figli e na mamma sola.
E’ chiaro che i suddetti 6 punti sono solo catzate, così come risulta ben chiaro che catzari non sono tutti i protagonisti della vicenda.

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