20 nov 2014

Il precursore

Armando era basso, tarchiato ed aveva il corpo ricoperto di orrende immagini, scarabocchi, cose incomprensibili per noi bambini, ma di grande importanza ed orgoglio per lui tanto da essersi conquistato il soprannome de "er tatuato" di cui andava orgoglioso.
Armando viveva vendendo cozze, lo so, una cosa incomprensibile per i tatuati odierni, il cozzaro, uno dei tanti mestieri spariti nel tempo, come l'ombrellaro, l'arrotino, lo spognarolo. Lui se ne andava in giro per il quartiere con una bici che aveva due cassette, quelle in legno che si usavano per trasportare pesci prima dell'avvento della plastica fissate una davanti e l'altra sul retro ed in queste teneva le cozze o mitili e qualche limone distesi su verdi foglie somiglianti a felci di cui non ricordo bene la forma e quindi il nome. Quando passava er tatuato per tanti era festa grande, le cozze erano merce pregiata e noi piccolini restavamo incantati a guardare: "a tatuà, damme un po' tre cozze" e lui si fermava, col coltello le apriva, una spruzzatina di limone e poi il classico risucchio "..sssggllllluuuu" e la cozza spariva nella pancia dell'avventore: "mmazza a tatuà, quanto so' bone.."
Una favola, un sogno che prima o poi ogni bambino doveva assolutamente iniziare, un po' come per il fumo, la sigaretta, o oggi l'erba, ma er tatuato non era disponibile per assaggi gratuiti e quindi occorreva procurarsi il denaro le dieci lire, il costo di un cono gelato piccolino e stabilire bene il momento dell'iniziazione. Io avevo programmato il fatto per la festa del quartiere, infatti per l'occasione la piazza di Santa Maria Ausiliatrice si riempiva di giostre, tiri a segno, ciarlatani, venditori di noccioline e er tatuato posteggiava fisso in loco accontentando i buongustai ".. a tatuà, damme un po' 'na cozza.." Lo ricordo bene, non ci fu risucchio, il mitile fu trattenuto in bocca per accertarne la bontà sognata così a lungo e forse fu quello l'errore che mi avrebbe tenuto lontano per tutta la vita dalla raffinatezza dei frutti di mare: il mancato e repentino ingoio con il classico "..sssggllllluuuu" una prelibatezza sputata con disgusto in terra sotto gli occhi esterrefatti der tatuato e dei suoi avventori. Non per questo smisi di ammirare er tatuato un vero precursore, che se oggi fosse vivo andrebbe orgoglioso per tutti quei geroglifici che si portava addosso quando per tutti gli altri sembravano una stronzata pazzesca. 

Attenzione a non esagerare con il tonno fagioli e cipolla

8 commenti:

Silver Silvan ha detto...

Ahahahah, che cozzata!

Giulio GMDB© ha detto...

Non riesco a mangiare nulla che sia ancora vivo...

giovanotta ha detto...

carino questo souvenir dei tempi che furono, colorato! :)
me l'immagino l'unica cozza viscidella e cruda nel palato piccolo di un bambino (che poi, parliamone, era sicuramente prima della ventata di colera a sud di nojos attribuita appunto al consumo di cozze crude).
Io che so n signora ho provato la stessa sensazione nell'assaggiare una povera ostrica offerta con sussiego da amico francese.. ma de che aho? se proprio devi offrime la perla! :)
ciao

nonno enio ha detto...

be almeno del cozzaro ti è rimasto un buon ricordo....

Anonimo ha detto...

damme 'na cozza ... muoro! ma la foto è impareggiabile ahhahahahahaha!

UnUomo.InCammino ha detto...

> mmazza a tatuà, quanto so' bone
:)

UnUomo.InCammino ha detto...

> mmazza a tatuà, quanto so' bone
:)

UnUomo.InCammino ha detto...

Le cose son bone ma direi 'gnoranti più che raffinate!