9 mar 2017

Il commercio equo è anche solidale?

Avrete appreso anche voi la conclusione della vicenda del nostro caro Antonio figlio del proletariato in questa patria di immaginifici eroi, santi, navigatori, artisti, trasmigratori, (colonizzatori mi sembra un po' eccessiva) meglio e più attuale dispensatori di influenze. Orbene il bravo ragazzo è rimasto vittima del suo smisurato ego, come tutti i bravi giovani d'oggi sempre con la smania di apparire, di inselfarsi ed autopubblicarsi nella relativa pagina dedicata, come faccio io qui da anni. Voglia di protagonismo, in questo caso accompagnata anche dalla necessi di tirarci fuori qualcosa derivata dal modesto stato sociale di appartenenza, come quei youtubers di periferia che continuano a seminare in rete le loro cazzate da mane a sera. Noi tutti siamo stati studenti ed abbiamo affrontato serenamente la vicenda della merendina quotidiana senza necessità di urlare urbi et orbi i nostri peccatucci, i nostro affarucci, quelle belle merende di paese che facevamo sparire a quei burini che si alzavano alle cinque del mattino nei loro borghi sperduti per venire a studiare qui a Roma. Per cui sparisci oggi e sparisci domani poi ci si accordava su una cifra riparatrice e si diventava clienti fissi: vuoi mettere quelle belle fette di pane casereccio farcite co' tutta robba genuina e di stagione in confronto ai nostri panini cittadini! Per non parlare delle vendite fatte a partire dalle elementari, certo io avevo a disposizione una nonna scrupolosa che puntualmente mi preparava la merendina, mentre molti altri non avevano nessuno ed erano pronti a scambiare figurine, liquirizia  per averne una parte ed una volta il mio migliore scambio in assoluto: una bella fionda per l'intera pagnottella.  Tutte piccole stupidaggini che ti riconciliano coi grandi interrogativi sull'esistenza terrena, inezie se le si paragona alle varie vicissitudini ed alle difficoltà superate giorno dopo giorno nelle nostre misere esistenze di lavoratori specie le mie, costretto fin dall'infanzia a pensare al futuro ché allora non c'erano neanche i grandi pensieri tipo reddito di cittadinanza migliorato poi nel lavoro di cittadinanza a sostentare le nostre speranze così vicine alle tue Antò. Non te la prendere non ti crucciare non cominciare ad odiare la società e le sue assurde burocrazie che la sostengono e ne nutrono i legittimi proprietari.
 Per le mie care affezionate lettrici non più adolescenti

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Cinquemila euro di multa a chi vende merendine? Certo, un soggetto pericoloso per la società. Non era mica un evasore fiscale o un pedofilo. Roba da pazzi.

happysummer ha detto...

Eggià, se non si ha almeno uno smartphone non si è nessuno, si svanisce come neve al sole, solamente via etere possiamo aspirare ad acquistare un po' di vita e, a forza di merendine, anche un po' di fianchi...

happysummer ha detto...

Dimmi tu, che senso ha andare a una festa, incontrare gli amici per una pizza, indossare un vestito nuovo, cambiare colore di capelli se non si ha la possibilità di inserire un video su Facebook o Youtube o almento una foto su Instagram???

Anonimo ha detto...

Non si può campare senza facebook e senza far sapere ogni stronzata che facciamo.

enio ha detto...

su facebook ormai ne capitano di cotte e di crude stronzate e stronzatine ormai è diventato un fatto nazionale

pasqualedimario ha detto...

meglio la realtà aumentata o quella deprivata dal partito ? dietro c'è sempre la morale della favola: imprenditore ( silvio ) VS coop cattocomuniste ( squadroni della morte ). ma tutto passa. solo che insistono ( insistiamo ) nella narrazione e se l'arcontiamo diversa dal potere ( Squallor - Raccontala giusta, Alfredo. - YouTube
https://www.youtube.com/watch?v=-X_KNgx-fww ) so' cazzi per il potere che se deve scoprì a mannà giù pe forza l'olio de ricino. che noi si rifiutiamo, ovviamente.

happysummer ha detto...

Povero Antonio, trattato come se fosse stato un "compagno di merendine" :D