Era il pidocchietto del quartiere della mia adolescenza tra l'appia e la tuscolana, costava qualcosina in più della sala parrocchiale, però proiettava film di tutti i generi e poi superata la fanciullezza era disdicevole andare ancora nella sala parrocchiale. Mamma Lavinia, il signore l'abbia in gloria, continuava imperterrita nella sua decisione di non comprare la televisione, nonostante i racconti strabilianti delle sue amiche, perchè era convinta che ci avrebbe distratti dallo studio e lei ci teneva a farci studiare e si sacrificava. Così una volta a settimana con i miei risparmi mi concedevo il pidocchietto, a volte persino da solo perché agli altri del gruppo magari non interessava il film oppure erano impegnati in altre cose astruse.
Al pidocchietto si accedeva con 80 lire di biglietto e se volevi potevi prendere 2 caramelle come resto delle solite 100 lire che uno passava alla cassiera. Le caramelle così costose, però, erano particolari, infatti potevano contenere un bigliettino per un ingresso omaggio: una piccola riffetta di fidelizzazione, insomma.
Potrà sembrare strano, incredibile, ma in genere nelle mie due caramelle di resto trovavo sempre uno o addirittura due biglietti, tanto che perdurando la cosa, evitavo di parlarne con gli amici, vista l'età della cassiera che oggi sarebbe da tutti accettata come gran milfona mentre allora passati gli anta era già fuori mercato.
Quelle caramelle me le porto sempre nel cuore e mi ritornano in bocca ogni volta che mi prendo il piacere di una passeggiata per le vie del quartiere della mia giovinezza e passo lì davanti al glorioso trianon, oggi trasformato in multisala, scherzando allegramente con la mia cassiera con la quale allora non riuscivo ad andare oltre i soliti formali saluti di cliente settimanale imbranato.
Il solito pensierino per i cultori ed aridi amanti delle scienze matematiche