Odio le scuole statali
sempre scrostate, sverniciate
dai banchi traballanti, scarrupati
le sole da NOI frequentate
e da genti impossibili, ritardate
al punto da perderci i migliori anni
e poi condannate
ai più bassi mestieri.
Odio quei ragazzi goffi, coatti
delle scuole statali, dai nomi inadatti,
senza adeguata possanza, per un convitto
generosamente concesso dai pagatori di tasse
e coi loro zainetti
dozzinali, griffati, confezionati per loro
nei bassi napoletani
Così per gustare un po' di bona spigliata gioventù
da anni mi apposto all'uscita delle scuole equiparate,
gestite dal clero
e frequentate da tutti i figli dei nostri furbi caporioni,
anche da quelli che le odiano nelle chiacchiere
che a piene mani dispensano
al nostro amato, generoso, immaginifico
poppolo