 Ovvero noccioline americane, così le abbiamo da sempre conosciute noi e quando c'era qualche festa rionale se ne poteva gustare a malapena un  cartoccetto. Son quelle cose che ti si offrivano raramente nell'arco dell'anno e non avendole avute in abbondanza da bambini, poi da adulti non ti abbandonano mai, insomma quando si stava raccolti davanti la tv nelle interminabili giornate olimpioniche o dei mondiali di calcio io mangiavo arachidi, bruscolini, pop corn mentre i miei figli neanche le degnavano di uno sguardo. Crudeltà del destino o volontà della natura che tende a toglierti a poco a poco quelle piccole gioie che ti tengono aggrappato a questa esistenza terrena, una bella serata agostiana, a cena in una delle tante feste nei borghi di Latina nell'ingurgitare con la solita libidine di sempre la prima arachide del pacco caldo caldo appena comprato dal tostatore, sento che qualcosa non va, un restringimento della gola che non passa e peggiora sempre più facendomi cominciare a tossire convulsamente come mi capita sotto i viali dei platani ad inizio maggio e con la tosse lo strabuzio degli occhi. Per fortuna che c'era sul tavolo la coca cola e con un paio di bicchieroni ebbi a risolvere l'inconveniente. Così mesi dopo, standoneme tranquillo a casa decisi di ripetere il tentativo ed accertatomi di avere a disposizione molta coca cola mangiai avidamente una, due, tre e mi fermai alla quarta, correndo alla finestra per respirare mentre mandavo giù bicchierate di coca.
Ovvero noccioline americane, così le abbiamo da sempre conosciute noi e quando c'era qualche festa rionale se ne poteva gustare a malapena un  cartoccetto. Son quelle cose che ti si offrivano raramente nell'arco dell'anno e non avendole avute in abbondanza da bambini, poi da adulti non ti abbandonano mai, insomma quando si stava raccolti davanti la tv nelle interminabili giornate olimpioniche o dei mondiali di calcio io mangiavo arachidi, bruscolini, pop corn mentre i miei figli neanche le degnavano di uno sguardo. Crudeltà del destino o volontà della natura che tende a toglierti a poco a poco quelle piccole gioie che ti tengono aggrappato a questa esistenza terrena, una bella serata agostiana, a cena in una delle tante feste nei borghi di Latina nell'ingurgitare con la solita libidine di sempre la prima arachide del pacco caldo caldo appena comprato dal tostatore, sento che qualcosa non va, un restringimento della gola che non passa e peggiora sempre più facendomi cominciare a tossire convulsamente come mi capita sotto i viali dei platani ad inizio maggio e con la tosse lo strabuzio degli occhi. Per fortuna che c'era sul tavolo la coca cola e con un paio di bicchieroni ebbi a risolvere l'inconveniente. Così mesi dopo, standoneme tranquillo a casa decisi di ripetere il tentativo ed accertatomi di avere a disposizione molta coca cola mangiai avidamente una, due, tre e mi fermai alla quarta, correndo alla finestra per respirare mentre mandavo giù bicchierate di coca. Fu così che mi dovettti privare di un'altra piccola gioia della mia vita e non auguro a nessuno una morte per soffocamento, una cosa non sopportabile umanamente parlando.
 
