12 ott 2007

Bamboccioni

12/10/07 Prendo spunto da un commento recente per spendere ancora due parole sui nostri giovani che rifiutano di essere definiti  bamboccioni.
Già ai miei tempi tra le dieci facoltà che l'università offriva a tutti (alcune erano precluse a chi non avesse fatto il liceo), solo 3 o 4 meritavano di essere prese in considerazione da chi partiva da zero (senza padrini),  per avere un certo ritorno  economico a  fronte dei sacrifici da affrontare  per arrivare alla laurea.
Figuriamoci oggi che ci sono centinaia di corsi universitari.
Un non-bamboccione, prima di iscriversi ad un corso, dovrebbe fare indagini di mercato ed assicurarsi che gli studi da affrontare abbiano una valenza nel mondo del lavoro.
Purtroppo i giovani sono giovani e vaglielo a far capire! Ben lo sanno i nostri baroni (grandi bari) universitari, che inventando sempre nuovi corsi, incrementano solo il loro potere, i loro emolumenti e quelli dei loro protetti, frecandosene  di contribuire così alla rovina di tanti  ragazzi  (i bamboccioni).
Non nego che, nonostante la semplicità di spiegazione del meccanismo, anch'io da buon padre di famiglia, a suo tempo abbia foraggiato l'industria della laurea. A volte lo si fa per il quieto vivere e la serenità famigliare .
Quando il bamboccione si ritrova a 25-28 anni con un pezzo di carta,  con cui lui stesso dice possa solo pulircisi in caso di bisogno estremo , è già tanto se non crolla nella depressione estrema, perchè a quell'età è già fuori dal mondo del lavoro vero  e gli restano solo i così detti pseudo-lavori.
Sarebbe un bene reintrodurre negli studi la meritocrazia, tornare ai vecchi 10 corsi universitari gratuiti per i più bravi  e rivalutare tutti quei mestieri ed arti con cui tanti extracomunitari hanno trovato qui la loro America.
Certo a 25 anni non si può iniziare il praticantato artigianale, nè lo si accetta.

Nessun commento: