Il giorno che men'andrò, sarà uguale a tutti gli altri,
con la gente ammucchiata nei mezzi pubblici e presa dai pensieri quotidiani
ed i barboni puzzolenti a rovistare nei cassetti delle macchinette automatiche
alla ricerca di qualche monetina.
Con gli studenti allegri e vocianti davanti le scuole, in attesa della campanella
e le giovani mamme dagli occhi felici a spasso coi loro bambini,
sognando per loro futuri radiosi.
Con gli innammorati, da sempre immortali, sorridenti, negli occhi e nei cuori
e con il vento che scorre tra i fiori e le stelle lassù immobili a guardarVi
aspettando.
Il tempo si fermerà, però solo per me, che continuerò ad esserci nei pensieri
di chi mi incontrò ed instintivamente mi volle bene per ritrovarci infine
tutti in quella galassia a quattro miliardi di anni luce
che tanto ci incuriosì sui banchi di scuola.
e con il vento che scorre tra i fiori e le stelle lassù immobili a guardarVi
aspettando.
Il tempo si fermerà, però solo per me, che continuerò ad esserci nei pensieri
di chi mi incontrò ed instintivamente mi volle bene per ritrovarci infine
tutti in quella galassia a quattro miliardi di anni luce
che tanto ci incuriosì sui banchi di scuola.
(Continuerò però ad esserci per chi desidera piazzare nel suo bel post due foto in orizzontale)
8 commenti:
Fra...cent'anni.
Ma che bella poesia. . L'hai scritta tu?
È la mia ultima ode
Ma dove pensi di andare?
Come si dice a Pontida "uaglió nun f'o fess"
Per ora sto a Ciro' marina
La vera partenza intelligente: me ne vado e non torno più.
Belli questi pensieri.
Andarsene via come il vento che scorre tra i fiori e le stelle lassù...
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