
Certo che ‘sto fatto che mo’ usa e russia vanno d’accordo ha spiazzato tutta la politica e i relativi dispensatori di notizie, chi lo avrebbe mai detto, chi lo avrebbe mai pensato che politicamente parlando regimi democratici e dittatoriali sono la stessa cosa, stanno sullo stesso piano, vogliono il bene dei loro parenti, amici e compagnucci della parrocchietta e non di certo quello dei mortidifame chiamati a sostenerli nelle urne ogni 4 o 5 anni e poi ad immolarsi per difendere i confini della propria patria.
Questa volta la stanno facendo fuori dal vaso secondo me, perché cosa volete che interessi al mortodifame se oggi lavora per un caporione e domani per un altro, sempre mortodifame resta e sarà difficile convincerlo ad immolarsi e l'unica sostanza per convincerlo potrebbe essere pagare i volontari in divisa almeno 3 volte quello che ricevono oggi senza divisa, un po' come avvenne quando apparvero le brigate rosse ed allora si raddoppiarono gli stipendi degli addetti alla sicurezza tanto che oggi ai relativi concorsi son tutti laureati e magari pure raccommannati e non ci son più quelle barzellette sui carabinieri che circolavano allora.
Nessuno potrà mai sapere quello che circola nella testa dei caporioni mondiali tutti presi a combattere per la sostenibilità delle varie scelte attuate dai consumatori per accontentare Greta e farle coincidere con i loro interessi, ma intanto farne scendere almeno il numero è già qualcosa, perché mo' 'sto fatto che usa e russia vanno d'accordo ha spiazzato tutta la politica e i relativi dispensatori di notizie, er bobbolo obnubilato dalle parole “sinistra” “destra” “centrum” "rossi" "neri" "celesti" "fasci" non sa spiegarselo e nimmeno se accontenta di distinguere gli umani in onesti e disonesti come spiegato ampiamente nel programma del mio partito.
Er bobbolo, specialmente i mortidifame, non si riconoscono negli under 70.000
stavorta saranno mica cazzi ?, io credo di no so' le solite chiachiere
42 commenti:
So' le solite chiacchiere, come quei dolci di Carnevale che magari sembrano allettanti, ma alla fine sono solo zucchero a velo e niente di sostanzioso. Sono piacevoli al palato, certo, ma non nutrono davvero. Risponderò più tardi con quello che c'è da dire, e vediamo dove ci porta questa lunga serie di promesse senza fine.
Nell'attesa, fatevi quattro risate... o almeno provate a capire come funzionano certe "logiche"!
1 - Cosa fa un carabiniere in aeroporto? Offre noccioline al Jumbo!
2 - Cosa ci fa un carabiniere con un cucchiaio in mezzo a tanta gente? Si mescola tra la folla!
3 - Perché i carabinieri sorridono durante i temporali? Perché credono che i lampi siano i flash dei fotografi!
4 - Un contadino scava nel campo e dissotterra un'auto dei carabinieri: “Mi scusi, ci hanno seminato!”
5 - Perché i carabinieri quando vanno a letto mettono sul comodino un bicchiere pieno d’acqua e uno vuoto? Perché se hanno sete bevono, se non hanno sete no...
6 - Perché due carabinieri stanno attenti quando passano sopra il cemento? Perché è armato!
Ecco, niente di che, ma almeno ci fanno sorridere un po' in mezzo alla confusione!
Buona giornata a tutti
A me se Usa, Russia e pure Cina e India e Israele vanno d'accordo e non si sganciano bombe e bombette, anzi tolgono i dazi, abbassano i tassi e ci fanno viaggiare sereni, mi sta pure bene. Pensiero condiviso da tutto il bobbolo, alla faccia dei ricoluzionari.
robbe d'altri tempi, anzi ne circolavano assai peggiori
Buon pomeriggio Fracatz, la tua lucida analisi sulla politica globale, sulla "sostenibilità" e sulla miseria dei mortidifame, mi fa venire in mente quanto fosse giusto il pensiero di alcuni illustri “sociologi di strada” (ma non nominiamo nessuno, non vogliamo farli sentire troppo a disagio). La tua visione del mondo, che non si lascia ingannare dalle etichette politiche o dai miraggi delle grandi potenze, è esattamente quella che serve a chi ancora crede che "democrazia" e "dittatura" siano due mondi separati, quando in realtà si scopre che stanno solo cercando di vedere chi ha il miglior filtro Instagram per mostrare la loro "politica internazionale". Parli di "USA e Russia che vanno d'accordo" e, francamente, non posso fare a meno di ridere. Siamo nell'era in cui ogni alleanza è più liquida di un gelato al cioccolato che sta al sole. Ah, le grandi potenze, che meraviglia! Pronti a giocare a ping pong geopolitico, dove alla fine chi vince sono sempre loro, e noi, poveri "bobboli", restiamo a osservare il gioco, mentre la "guerra fredda" è ormai solo un vecchio ricordo di qualche collezionista di medaglie. Ma continuiamo a fingere che "democrazia" e "dittatura" siano categorie chiarissime, come se fossimo tutti un po' più stupidi. E che dire dei "mortidifame"? Oh, che riflessione saggia! Come potrebbe un uomo che fatica a mettere insieme il pranzo con la cena preoccuparsi di una guerra per la patria, quando ogni giorno combatte per non finire nella miseria? La vera battaglia è quella per il cibo, amico mio! Eppure, i politici ci raccontano sempre storie su "sacrificio" e "onore", come se queste parole avessero qualche significato per chi non ha neppure un tetto sotto cui dormire. Ma, certo, niente come un bel po' di retorica per farci sentire meglio. E se non funziona, basta alzare lo stipendio di un soldato di tre volte quello di un disoccupato. Basta poco, no? Poi si fanno i concorsi pubblici e si scopre che tutti i partecipanti sono laureati e magari pure raccomandati. Perché non ci sarebbe più nulla di divertente senza un po' di barzellette sul sistema, eh? E poi, la "sostenibilità"... Ah, Greta, la paladina dei selfie ecologici! La tua critica è semplicemente perfetta: siamo passati dal "salviamo il pianeta" a "salviamo la faccia" in un batter d'occhio. Non è forse che oggi "sostenibilità" significa semplicemente mettersi una giacca verde e far finta di non vedere l’inquinamento sotto casa? Nel frattempo, i petrolieri fanno festa, gli eco-investitori brindano, e noi, beh, noi continuiamo a cercare di capire come non finire nelle statistiche della povertà. Ma almeno ci consoliamo con qualche slogan e un bel documentario che ci fa sentire migliori per 90 minuti.
E i governi? Ah, questi regimi democratici che si vantano di combattere per l’ambiente mentre ci vendono l’ennesima concessione petrolifera. Ma ci mancherebbe! Hanno davvero a cuore il futuro del pianeta… proprio come hanno a cuore i profitti dei colossi energetici. Un paio di selfie per il Green New Deal e tutti a casa. Chiaramente, tutto questo mentre si parla di "salvare il mondo" in un comizio, ma non si salva neppure la dignità di chi vive con meno di mille euro al mese. Ma continua pure a credere che tutto questo abbia un senso. E per quanto riguarda le alleanze, non è forse vero che ci troviamo in un mondo dove le ideologie sono solo un bel gioco di parole? Gli stessi USA e Russia che si scambiano trucchi da palcoscenico mentre il popolo continua a bearsi della "lotta per la libertà". È incredibile come nessuno si accorga che il vero spettacolo è la nostra disinformazione. Perché alla fine, quando tutto è finito, sono sempre gli stessi a vincere: chi ha il potere, il denaro e la faccia di tolla per venderti la stessa storia ogni giorno. Noi? Beh, siamo quelli che guardano da fuori e, mentre ci chiediamo se sarà meglio salvarci o continuare a ridere, il mondo continua a scivolare.
Alla fine, Fracatz, questa è la vera sfida: non è trovare un nemico, ma far credere a tutti che il "nemico" sia qualcun altro, mentre i veri burattinai continuano a ridere dietro le quinte. E mentre ci fanno credere che la guerra tra il bene e il male sia dietro l’angolo, noi restiamo a chiederci se ci sarà mai un futuro in cui non dovremo più "mangiare o morire". Ma, ah, almeno abbiamo la sostenibilità per fare da specchietto per le allodole, vero?
Ma tu sei proprio sicuro che vanno d'accordo? Io ho qualche dubbio, soprattutto su Trump...
Rispondo io Fracatz, grazie!
Ci sono vari punti da considerare riguardo alla relazione tra Donald Trump e Vladimir Putin, ma uno dei più significativi riguarda l'atteggiamento di Trump nei confronti delle interferenze russe nelle elezioni del 2016 e la sua continua reticenza nel condannare le azioni della Russia. Sebbene l’indagine di Mueller non abbia trovato prove concrete di collusione tra la campagna di Trump e la Russia, le dinamiche politiche che si sono sviluppate durante e dopo le elezioni sollevano interrogativi profondi su come Trump abbia gestito, e spesso minimizzato, il ruolo di Putin nella geopolitica mondiale. In primo luogo, c'è la questione della prolungata ambiguità di Trump nei confronti di Putin, che è stata una costante durante tutta la sua presidenza. La sua tendenza a lodare Putin, definendolo un leader forte e rispettabile, ha creato un contrasto netto con la posizione della maggior parte dei suoi alleati internazionali e delle agenzie di intelligence statunitensi, che considerano la Russia una minaccia alla sicurezza e agli interessi globali. La percezione di una vicinanza tra Trump e Putin ha alimentato teorie secondo cui Trump fosse più incline a difendere gli interessi russi piuttosto che quelli degli Stati Uniti. Perché, d’altronde, chi non vorrebbe un leader che a volte sembra più interessato a far piacere a Putin che a difendere la propria nazione, giusto? Un altro aspetto che ha suscitato preoccupazioni è la reazione tardiva e spesso esitante di Trump agli attacchi informatici russi e alle altre forme di interferenza nelle elezioni. Le agenzie di intelligence americane avevano già individuato e denunciato le operazioni di hacking e disinformazione della Russia, ma Trump ha inizialmente ridotto l'importanza di queste azioni, mettendo in discussione le conclusioni delle sue stesse agenzie di intelligence e dando l'impressione che le preoccupazioni sulla sicurezza nazionale fossero secondarie rispetto alla sua agenda politica. Non c'è niente di meglio che ignorare un attacco esterno su larga scala, soprattutto se ti permette di sembrare un "grande negoziatore", vero? Inoltre, è emerso che membri della sua campagna presidenziale avevano avuto numerosi contatti con figure legate al governo russo, creando una narrazione inquietante di possibili collusioni. Nonostante le conclusioni dell’indagine di Mueller, che non ha potuto provare un'intesa illegale, resta il sospetto che Trump abbia mostrato una sorprendente apertura verso una potenza storicamente antagonista senza considerare completamente le implicazioni di tale comportamento per la politica estera americana. Chissà, forse Trump stava solo cercando di fare nuove amicizie sul palcoscenico mondiale, non c'è niente di più affascinante che stringere la mano a chi, a quanto pare, ha "giocato un ruolo" nelle tue vittorie elettorali.
Infine, va sottolineato l’impatto che questa relazione controversa con la Russia ha avuto sulla fiducia degli americani nelle loro istituzioni democratiche. La costante minimizzazione dei pericoli rappresentati dalle interferenze russe ha contribuito a una crescente divisione nel paese, dove molti cittadini hanno cominciato a dubitare dell'integrità del processo elettorale e delle capacità di difesa delle istituzioni americane di fronte a minacce esterne. Perché preoccuparsi della sovranità e della sicurezza nazionale quando c’è un’incredibile opportunità di mostrare al mondo come si è davvero bravi a mantenere "relazioni internazionali bilaterali"? Nulla dice "stabilità democratica" come sminuire la minaccia russa e puntare su quelle magnifiche strette di mano.
Nel panorama contemporaneo, il mondo cammina su una linea sottile, sempre più affollata di hashtag, gadget e promesse di un futuro migliore. Se un tempo si parlava di cultura, filosofia e ideali per formare la coscienza collettiva, oggi pare che l’unica cosa che si forgia con vera passione sia il portafoglio. Non c'è bisogno di grandi discussioni filosofiche o di riflessioni etiche: basta un sorriso perfetto, una "narrazione" impeccabile e, voilà, sei pronto a vendere non solo il prodotto, ma anche il concetto di te stesso. Le vecchie narrazioni? Semplicemente rivestite di un abito nuovo, più scintillante, più costoso, ma pur sempre vuoto dentro. L’idea di potere oggi non è più una questione di "chi comanda", ma di "chi sa farsi notare meglio sui social". Il vecchio uomo forte e audace è ormai solo una reliquia da museo. Ora, il potere è dietro gli schermi, tra un tweet e una foto su Instagram, perché la vera forza sta nel saper "gestire la propria immagine". E chi meglio di Elon Musk e Jeff Bezos può incarnare questo concetto? Musk, l'uomo che lancia razzi come se fossero nuovi modelli di auto, e Bezos, il nostro "signore del commercio globale", capace di dominare il mondo con un clic, o meglio, con un ordine di Amazon. Perché risolvere i problemi sulla Terra quando puoi vendere il sogno di una casa su Marte, o di una logistica così rapida che persino il tempo sembra arrendersi? Chi ha bisogno di soluzioni locali quando hai il monopolio globale? Ah, e non dimentichiamoci che la sostenibilità è il nuovo trend che, tra l'altro, è anche molto redditizio. Musk, come un moderno Messia della tecnologia, ha scoperto come risolvere i problemi energetici del pianeta, ma solo se acquisti una delle sue auto elettriche, naturalmente. E SpaceX? Beh, chi non vorrebbe investire per mandare qualcun altro su Marte, mentre noi ci dimentichiamo di cosa stiamo facendo a casa? E Bezos, con Amazon, ha capito che la chiave del successo non è solo vendere ciò che le persone vogliono, ma anticipare ciò che non sanno nemmeno di volere ancora. E se non siamo soddisfatti? Non preoccuparti, c’è sempre una nuova tecnologia a portata di mano, pronta per semplificare ulteriormente la nostra esistenza, o almeno a farci sembrare più "smart" mentre la viviamo. Eppure, mentre tutti questi grandi sogni si vendono, c’è un curioso silenzio che aleggia intorno alla realtà. La cultura, un tempo strumento di lotta e pensiero critico, sembra ora un prodotto da scaffale, pronto per essere consumato velocemente. Non si scrive più per scuotere le coscienze, ma per accumulare click e like. Non si scuote l'albero della conoscenza, si raccoglie il frutto del marketing. E la riflessione? Beh, quella è diventata una merce, pronta per essere acquistata, digerita e dimenticata. Ma che importa, quando l’importante è restare al passo con il prossimo “trend”, magari anche quello della filosofia "green" venduta a suon di influencer?
Eppure, nonostante tutto, c'è una strana voglia di trascendere questa superficialità. Ma chi ha tempo per farlo quando si può semplicemente dare un'occhiata a un altro video su YouTube e ottenere subito una visione del mondo che è già confezionata per noi? Persino la ribellione sembra essere diventata un prodotto da vendere, proprio come qualsiasi altro. E i cosiddetti “intellettuali”? Sembrano più preoccupati di navigare nel mare delle opinioni popolari che di rischiare di sollevare veri problemi. In fondo, oggi per essere importanti non devi sfidare il sistema, basta seguirlo, fare parte di esso e, soprattutto, non farti mai notare troppo. Perché, alla fine, per vendere te stesso in questa nuova era, basta essere visibili. E, forse, un po' inutili.
Per uscire da questo stallo, la soluzione non è una semplice denuncia della superficialità del nostro tempo, ma un ritorno alla sostanza, un impegno attivo per ripristinare valori che sembrano sfumati. Non basta più limitarsi a osservare: bisogna agire concretamente, a partire da scelte quotidiane che rispecchiano una visione profonda e autentica del mondo. Ecco come possiamo iniziare a cambiare la rotta:
1. Educare alla consapevolezza digitale: In un mondo dove siamo bombardati da contenuti superficiali, possiamo prendere l'iniziativa a livello educativo. Ad esempio, nelle scuole, si potrebbe introdurre corsi di "alfabetizzazione mediatica" che non solo insegnino l’uso delle tecnologie, ma anche a sviluppare un pensiero critico nei confronti dei contenuti che ci vengono proposti. Questo tipo di educazione formerebbe nuove generazioni capaci di non accettare passivamente le narrazioni digitali, ma di costruire la propria visione del mondo in modo consapevole e informato.
2. Sostenere le aziende etiche: La nostra scelta come consumatori ha un impatto enorme. Sostenere aziende che non solo parlano di sostenibilità ma la mettono davvero in pratica è un primo passo concreto verso il cambiamento. Per esempio, acquistare da imprese che utilizzano metodi di produzione ecologici o che reinvestono i loro profitti in progetti sociali, permette di dare forza a un’economia che non si basa esclusivamente sul profitto, ma sul benessere collettivo. Quando scegliamo di acquistare in modo consapevole, scegliamo di supportare un modello economico più giusto e autentico.
3. Creare spazi di riflessione: È necessario creare ambienti, sia fisici che digitali, dove la riflessione e il pensiero critico siano al centro del dibattito. Un esempio potrebbe essere organizzare gruppi di lettura che non si limitano alla lettura superficiale di bestseller, ma che affrontano temi complessi e stimolano la discussione profonda. Questi spazi di confronto potrebbero diventare incubatori di idee e soluzioni reali, dove non si ha paura di sfidare le convenzioni sociali e culturali.
4. Promuovere l'arte come strumento di cambiamento: L'arte non deve più essere vista come un semplice passatempo, ma come un mezzo di riflessione e di azione. Immaginate un'esposizione che non solo racconti la realtà, ma che inviti il pubblico a mettersi in discussione, a riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente, con il consumismo, con le ingiustizie sociali. La cultura deve tornare a essere un veicolo di resistenza e di cambiamento, un luogo dove le persone possano confrontarsi con le proprie idee e con quelle degli altri.
5. Valorizzare il "fare" rispetto al "sembrare": La cultura del fare concreto deve prendere piede. Anziché concentrarsi su cosa appare giusto o di tendenza, dovremmo educare le persone a impegnarsi in azioni che abbiano un impatto positivo. Creare giardini comunitari, organizzare iniziative di riciclo, partecipare a progetti di cittadinanza attiva sono modi semplici ma efficaci per agire e migliorare la realtà che ci circonda. Ogni gesto, anche piccolo, contribuisce a costruire una società più giusta e autentica.
6. Riscoprire la lettura profonda: Un altro passo concreto potrebbe essere l’istituzione di gruppi di lettura che si concentrano non solo sui romanzi leggeri, ma su testi che stimolano un pensiero profondo, come opere di filosofia o sociologia. Questi gruppi, attraverso il confronto e la discussione, diventano luoghi dove le persone possono riflettere su temi complessi e trovare nuove prospettive sul mondo. La lettura non deve essere solo un atto di intrattenimento, ma un'opportunità per crescere e per riscoprire il valore della conoscenza.
7. Adottare pratiche di sostenibilità quotidiana: Ogni piccola scelta quotidiana conta. Dalla riduzione dei consumi all'uso consapevole delle risorse, possiamo fare la differenza scegliendo di vivere in modo più sostenibile. Partecipare a iniziative di scambio di oggetti usati, riparare invece di comprare nuovo, organizzare eventi di sensibilizzazione sull'ambiente: queste sono tutte azioni pratiche che ci permettono di vivere in modo più responsabile. Non è solo una questione di acquistare prodotti ecologici, ma di cambiare il nostro stile di vita e le nostre abitudini quotidiane.
In sintesi, per uscire da questo stallo non basta lamentarsi della superficialità del nostro tempo. Dobbiamo impegnarci attivamente, adottando comportamenti concreti che riflettano una visione più autentica e profonda della realtà. Ogni scelta, ogni azione conta: dalla riflessione critica alle scelte di consumo, dalla promozione di una cultura più responsabile alla partecipazione attiva in progetti di cambiamento. Il vero cambiamento nasce dalla capacità di agire con consapevolezza, di rifiutare l'apparenza e di concentrarsi sulla sostanza, per costruire un futuro più giusto e autentico.
Buona sera anonimo...mi puoi implementare i 7 punti? Grazie!
1. Educare alla consapevolezza digitale
La consapevolezza digitale è fondamentale in un’epoca dove i social media e le informazioni online hanno un impatto enorme sulla nostra percezione della realtà. L'educazione al pensiero critico in ambito digitale non riguarda solo l'acquisizione di competenze tecniche, ma soprattutto l'insegnamento di come distinguere le informazioni valide da quelle fuorvianti.
Come implementarlo:
Curriculum scolastico: Includere corsi di alfabetizzazione digitale fin dalle scuole primarie, dove si insegnano non solo i fondamenti dell'informatica, ma anche come navigare in modo sicuro, riconoscere le fake news, e fare una ricerca critica delle fonti.
Corsi di aggiornamento per adulti: Organizzare workshop e seminari rivolti agli adulti su come gestire la propria identità digitale, proteggere la propria privacy e difendersi dalle manipolazioni mediatiche.
Creazione di contenuti responsabili: Promuovere la creazione di contenuti responsabili e autentici che non siano solo volti a guadagnare visibilità, ma che stimolino il pensiero critico, con un’attenzione alla qualità e alla veridicità delle informazioni.
2. Sostenere le aziende etiche
In un mondo dominato dalle grandi multinazionali, scegliere di supportare imprese che mettono in pratica valori di responsabilità sociale, sostenibilità ambientale e giustizia economica è una scelta potente. Sostenere queste aziende non solo premia i comportamenti etici, ma stimola un cambiamento sistemico, creando un mercato che premia l'impegno concreto.
Come implementarlo:
Scelte di consumo consapevoli: Ogni volta che facciamo acquisti, scegliamo prodotti e servizi offerti da aziende che abbiano una politica trasparente in termini di diritti dei lavoratori, produzione ecologica, e impatto sociale. Un esempio potrebbe essere l'acquisto di cibi biologici, di abiti realizzati in modo etico, o di servizi offerti da imprese che hanno un impegno concreto nella riduzione delle emissioni.
Promozione di certificazioni etiche: Supportare e promuovere marchi che abbiano ottenuto certificazioni internazionali di sostenibilità, come Fair Trade o B Corp, che garantiscono che le aziende rispettino determinati standard di responsabilità sociale e ambientale.
Investimenti responsabili: Per chi ha possibilità di farlo, scegliere di investire in aziende che mettono in primo piano l’etica e la sostenibilità, come i fondi di investimento “green” che puntano a promuovere la sostenibilità e a ridurre l’impatto ambientale.
3. Creare spazi di riflessione
Creare spazi fisici e virtuali dove le persone possano confrontarsi su idee, temi profondi e soluzioni per i problemi globali è fondamentale per contrastare la superficialità delle discussioni online. Non si tratta solo di unire le persone, ma di promuovere una cultura della riflessione, della domanda e della ricerca della verità.
Come implementarlo:
Dibattiti pubblici e gruppi di discussione: Organizzare eventi pubblici dove le persone possano discutere su temi complessi, come il cambiamento climatico, l'etica del lavoro o la giustizia sociale. Questi eventi potrebbero essere organizzati in università, spazi culturali o anche online.
Piattaforme digitali di discussione: Creare e promuovere piattaforme online che incentivino discussioni di qualità, in cui non si privilegiano contenuti virali o superficiali, ma che incoraggiano il dialogo profondo e il confronto di idee.
Spazi di lettura e formazione: Creare biblioteche o gruppi di lettura che si concentrano su temi che stimolano il pensiero critico, come la filosofia, la sociologia, o la storia, per permettere alle persone di riflettere insieme su come costruire una società migliore.
4. Promuovere l'arte come strumento di cambiamento
L’arte ha un enorme potenziale di influenzare la percezione della realtà e di stimolare il cambiamento. In un mondo dove la cultura sembra ridursi a intrattenimento, l’arte può essere il mezzo per risvegliare le coscienze e affrontare le sfide sociali, politiche ed ecologiche.
Come implementarlo:
Eventi artistici tematici: Organizzare mostre d'arte, concerti o spettacoli che trattano temi sociali, come la disuguaglianza, la sostenibilità, o i diritti umani, invitando gli spettatori a riflettere sulla realtà che viviamo.
Collaborazioni tra artisti e attivisti: Promuovere collaborazioni tra artisti e attivisti sociali, creando progetti che utilizzano l'arte come mezzo per sensibilizzare e spingere all’azione, come le installazioni pubbliche sui cambiamenti climatici o i concerti di beneficenza per cause sociali.
Educazione all'arte come riflessione: Creare programmi educativi che stimolino i giovani a vedere l'arte non solo come un passatempo, ma come uno strumento di riflessione e di intervento critico nella società.
5. Valorizzare il "fare" rispetto al "sembrare"
La cultura del “fare” deve prendere piede, sostituendo quella della visibilità fine a se stessa. In un mondo che premia l’apparenza, bisogna spingere verso un cambiamento che favorisca l’impegno concreto e l’azione diretta nella costruzione di una società migliore.
Come implementarlo:
Progetti di cittadinanza attiva: Partecipare a progetti comunitari, come la pulizia di parchi, la creazione di orti urbani, o l’organizzazione di eventi di raccolta fondi per cause locali. Queste azioni tangibili non solo migliorano la comunità, ma dimostrano che il valore è nella concretezza.
Volontariato e impegno sociale: Partecipare attivamente in associazioni di volontariato che si occupano di assistenza ai più vulnerabili, come i senzatetto o le persone anziane, o promuovere progetti di integrazione sociale per i migranti.
Formazione pratica: Incentivare la formazione in ambito pratico, come l’apprendimento di mestieri che abbiano un impatto positivo sulla comunità, ad esempio lavorare in cooperative sociali o imparare tecniche di artigianato che promuovano la sostenibilità.
6. Riscoprire la lettura profonda
La lettura profonda ci consente di esplorare idee complesse, di comprendere meglio il mondo che ci circonda e di sviluppare un pensiero critico. In un mondo dove la velocità prevale, riscoprire il valore di un buon libro è un atto di resistenza alla superficialità.
Come implementarlo:
Gruppi di lettura tematici: Creare gruppi di lettura focalizzati su libri che trattano temi importanti per la società, come l’etica, la filosofia politica, o la giustizia sociale, per stimolare il pensiero critico collettivo.
Promuovere la lettura tra i giovani: Organizzare eventi nelle scuole e nelle biblioteche locali dove si parla di libri che hanno cambiato la storia del pensiero umano, come i testi di Kant, Marx, o Arendt, per incoraggiare le nuove generazioni a riflettere sul mondo.
Incentivare letture di qualità online: Creare e promuovere piattaforme che offrano recensioni, riflessioni e discussioni sui libri, allontanandosi dai contenuti superficiali e proponendo letture che possano arricchire il nostro bagaglio culturale.
7. Adottare pratiche di sostenibilità quotidiana
Ogni gesto quotidiano, se ben indirizzato, può avere un impatto positivo sull’ambiente e sulla società. Adottare comportamenti sostenibili non è solo una moda, ma una necessità per garantire un futuro migliore.
Come implementarlo:
Ridurre i consumi: Adottare una mentalità "minimalista" che imponga di acquistare solo ciò che è veramente necessario, riducendo il consumo di prodotti usa e getta e preferendo il riutilizzo e la riparazione.
Sostenere l’economia circolare: Investire in prodotti che possano essere riciclati o che abbiano una durata maggiore, promuovendo la cultura della riparazione e del riuso invece di quella del consumo rapido.
Scelte alimentari consapevoli: Privilegiare cibi locali, biologici e a basso impatto ambientale, e ridurre lo spreco alimentare adottando pratiche di cucina più responsabili e sostenibili
Ognuno di questi punti è un passo concreto verso un cambiamento reale, che può partire da noi stessi e da ciò che facciamo quotidianamente.
Buona notte...
Andò vai anonimo...organizza il tutto. Grazie!
ti stanno trollando mica male :-)))
saluti (k.i.r.)
1. Educare alla consapevolezza digitale
Obiettivo: Formare cittadini consapevoli nell’uso delle tecnologie.
Come organizzare:
Fase 1: Sensibilizzazione: Organizzare seminari, conferenze e eventi di sensibilizzazione per scuole, università e aziende, dove si parlano le implicazioni sociali, politiche ed etiche dei social media, delle fake news e della privacy online.
Fase 2: Formazione: Sviluppare corsi di formazione pratici su come riconoscere informazioni manipolate, navigare in modo sicuro e proteggere i propri dati.
Fase 3: Piattaforme interattive: Creare piattaforme interattive dove gli utenti possano praticare la verifica delle fonti, partecipare a discussioni basate su argomenti di attualità, e contribuire con riflessioni critiche.
Risultato atteso: Aumentare la capacità delle persone di essere critiche e consapevoli quando interagiscono con i media digitali, promuovendo un uso responsabile delle risorse online
2. Sostenere le aziende etiche
Obiettivo: Creare una rete di consumatori e aziende etiche che promuovano la sostenibilità e la responsabilità sociale.
Come organizzare:
Fase 1: Ricerca e consapevolezza: Avviare campagne informative che aiutino i consumatori a riconoscere le certificazioni etiche e ad approfondire le pratiche responsabili delle aziende.
Fase 2: Creazione di un network di aziende etiche: Costruire una piattaforma online che raccolga aziende responsabili, con recensioni e trasparenza sul loro impatto sociale e ambientale.
Fase 3: Iniziative di sensibilizzazione: Organizzare eventi e fiere che promuovano i prodotti e i servizi delle aziende che rispettano alti standard etici, incentivando il consumo responsabile.
Risultato atteso: Stimolare la crescita di un mercato che premia l'etica e la sostenibilità, aumentando la domanda per i prodotti che rispettano questi valori.
3. Creare spazi di riflessione
Obiettivo: Ristabilire la riflessione critica e il dialogo su tematiche sociali, ambientali e culturali.
Come organizzare:
Fase 1: Creazione di forum pubblici: Organizzare conferenze, panel e dibattiti che trattano argomenti fondamentali per la società, come l’equità, i diritti umani, e il cambiamento climatico.
Fase 2: Gruppi di lettura e discussione: Creare gruppi di lettura che approfondiscano testi di filosofia, sociologia, economia, per stimolare il pensiero critico. Questi gruppi potrebbero incontrarsi regolarmente per discutere idee e proporre soluzioni.
Fase 3: Spazi online di discussione: Sviluppare piattaforme online dove le persone possano confrontarsi su temi rilevanti, senza ricorrere a linguaggi polarizzati o a semplificazioni pericolose.
Risultato atteso: Creare una rete di cittadini più informati e riflessivi, capaci di dibattere e agire su temi di rilevanza collettiva.
4. Promuovere l'arte come strumento di cambiamento
Obiettivo: Utilizzare l'arte per sensibilizzare e ispirare il cambiamento sociale e culturale.
Come organizzare:
Fase 1: Eventi artistici tematici: Organizzare mostre d'arte, concerti, e performance che trattano temi rilevanti per la società, come l'ambiente, la giustizia sociale, la pace.
Fase 2: Collaborazione tra artisti e attivisti: Sostenere iniziative che vedano la collaborazione tra artisti e attivisti sociali per sensibilizzare il pubblico su problematiche urgenti.
Fase 3: Educazione artistica e culturale: Creare programmi che insegnano l'arte come strumento di cambiamento, invitando le scuole a farne un tema centrale nei loro curricula.
Risultato atteso: Amplificare il potere dell'arte come mezzo di comunicazione sociale e politica, utilizzando la creatività per stimolare il pensiero e l'azione.
5. Valorizzare il "fare" rispetto al "sembrare"
Obiettivo: Promuovere l’impegno concreto piuttosto che l’apparenza vuota.
Come organizzare:
Fase 1: Iniziative locali di impegno sociale: Creare progetti comunitari che coinvolgano direttamente le persone, come raccolte di beneficenza, attività di volontariato, o iniziative per migliorare l’ambiente urbano.
Fase 2: Integrazione di azioni concrete nelle scuole e nelle università: Introdurre pratiche di cittadinanza attiva nelle scuole, come la partecipazione a progetti di volontariato o la gestione di iniziative ecologiche.
Fase 3: Celebrando l'impegno e non l'apparenza: Riconoscere e premiare pubblicamente le persone o le organizzazioni che contribuiscono in modo significativo alla comunità attraverso azioni reali e tangibili.
Risultato atteso: Un ritorno a un'idea di valore che premia l'impegno concreto piuttosto che l'immagine superficiale, con l'obiettivo di ispirare più persone a entrare in azione.
6. Riscoprire la lettura profonda
Obiettivo: Incentivare una lettura di qualità che stimoli il pensiero critico e l'approfondimento.
Come organizzare:
Fase 1: Promuovere letture tematiche: Creare gruppi di lettura che si concentrino su autori e testi che esplorano questioni fondamentali per la società, come la giustizia sociale, la filosofia, la politica, l’economia.
Fase 2: Eventi di lettura e discussione: Organizzare eventi pubblici, come conferenze e presentazioni di libri, dove gli autori possono presentare i loro lavori e i lettori possono confrontarsi su temi profondi.
Fase 3: Piattaforme di lettura online: Creare piattaforme online dove gli utenti possano trovare recensioni, articoli di approfondimento e partecipare a discussioni su libri che stimolano un pensiero critico.
Risultato atteso: Creare una cultura della lettura che incoraggi l'approfondimento e lo sviluppo di un pensiero autonomo e critico.
7. Adottare pratiche di sostenibilità quotidiana
Obiettivo: Diffondere pratiche di vita quotidiana sostenibili a livello individuale e collettivo.
Come organizzare:
Fase 1: Educazione e consapevolezza: Organizzare workshop, conferenze e programmi educativi che insegnano tecniche di vita sostenibile, come la riduzione dei consumi, il riciclo, e la scelta di alimenti sostenibili.
Fase 2: Iniziative ecologiche collettive: Creare gruppi locali che promuovono azioni collettive per migliorare l’ambiente, come giornate di pulizia, raccolta di rifiuti, o piantumazione di alberi.
Fase 3: Supporto a politiche verdi: Innescare una spinta verso politiche pubbliche che incentivano la sostenibilità, come il trasporto pubblico ecologico, il risparmio energetico e l'economia circolare.
Risultato atteso: Creare una cultura della sostenibilità che non si limiti agli acquisti responsabili, ma che permei ogni aspetto della vita quotidiana.
Questi sette punti, se ben organizzati e integrati, possono formare una rete di azioni che hanno il potenziale di modificare il panorama sociale, culturale ed economico. Ogni passo non è isolato, ma interconnesso con gli altri, creando un ciclo virtuoso in cui l’impegno individuale e collettivo portano a una trasformazione tangibile e profonda della nostra società.
Questi sono i sette punti fondamentali del partito under 7000, manca solo il trascinatore di folle. Il curriculum sarà esaminato, ma prima, ovviamente, tocca alle belle donne!
sul fatto della bella leader ho i miei dubbi, le donne si odiano tra loro, altrimenti avrebbero fondato il loro partito e governato il mondo visto che sono più degli uomini e poi campano di più, anche i 7000 poi son pochini, non rientrano nemmeno nell'ultimo gradino degli under 80.000 (ho aumentato dai 70.000 per via dell'inflazione)
Ragazzi, finalmente qualcuno con le idee chiare e superiori di molto a tutte le varie intelligenze disponibili in rete, qualora si identificasse e decidesse di scendere in campo mi arriccomando di non fargli mancare i vostro appoggio, io orimai mi appoggio alle stampelle
Capisco il tuo punto di vista, ma vorrei fare alcune considerazioni. L'idea che le donne si odiano tra loro è un po' un luogo comune. In realtà, molte donne si sostengono a vicenda e lottano per una società più equa, anche se in contesti difficili. La creazione di un partito politico femminile non è semplice e non dipende solo dal numero di donne. Ci sono molte sfide sociali, culturali ed economiche che hanno storicamente ostacolato la partecipazione femminile alla politica e al potere.
Si scrive per lasciare traccia di ciò che potrebbe essere, perché se non lo facciamo ora, i posteri non sapranno mai che abbiamo cercato di cambiare il mondo con le nostre brillanti riflessioni. E mentre ci chiediamo come mai i 1000 euro non bastino nemmeno a fare la spesa, ci confortiamo con l'idea che almeno nel futuro qualcuno leggerà questi pensieri, probabilmente con un sorriso compiaciuto. Chissà, forse nel 2050 si renderanno conto che per migliorare davvero le cose non bastano le parole, ma ci vuole anche un po' di... azione. O, perlomeno, un caffè decente per tutti!
Tutto ha preso una accelerazione inaspettata e nessuno sa dove si va a finire. Stanno saltando tutte le nostre convinzioni e va finire che salteremo tutti con qualche bomba atomica prima o poi.
Addirittura l'atomica, che bel modo di immaginare la fine del mondo! Però, sinceramente, non credo che si arriverà mai a quel punto. Non tanto per una questione di buon senso, che, a quanto pare, scarseggia nelle decisioni geopolitiche, ma perché l'uso di una bomba nucleare è semplicemente troppo controproducente. Perché, parliamoci chiaro, l’atomica non conviene a nessuno, nemmeno a chi sembra avere la mania di voler "raddrizzare" il mondo con una palla di fuoco. Chi ha una bomba nucleare sa bene che usarla significherebbe la fine di ogni forma di potere. E, per quanto distruttivo possa essere un regime, credo che nessuno stia cercando davvero la propria autodistruzione totale. Certo, in un mondo sempre più imprevedibile, un gruppo di terroristi potrebbe, in teoria, fare qualcosa di terribile con una bomba atomica. Ma non sarebbe la "fine del mondo" come la immaginiamo. Piuttosto, si tratterebbe di un atto suicida, con l'unico scopo di fare danni al sistema. Ma davvero, pensiamo che possa succedere? Se un gruppo di terroristi riuscisse a mettere le mani su un'arma del genere, sarebbe per distruggere una città, certo, ma sappiamo tutti che non sarebbero proprio lì a fare le vacanze, giusto? L’idea che possano riuscire a piazzare una bomba nucleare in una metropoli senza essere intercettati, purtroppo, è un po' da film apocalittico. Perché, in fin dei conti, nessuno si gioca così tanto. L'uso di una bomba atomica sarebbe, a parte l'effetto devastante, un colpo di coda che metterebbe fine al gioco per tutti. Le potenze mondiali, pur con tutti i loro difetti e conflitti, lo sanno bene: distruggere una città con un’arma nucleare significherebbe mettere a rischio il sistema globale, mandando tutto all'aria. E nessuno vuole davvero fare il kamikaze geopolitico. Insomma, siamo sinceri: per quanto il mondo possa sembrare sempre più un "vaso di Pandora", l’atomica non è la soluzione finale. Se qualcosa salterà in aria, sarà probabilmente una città, ma non sarà una guerra nucleare totale. O almeno, non a meno che non ci sia qualche pazzo fuori di testa disposto a chiudere il gioco a qualsiasi costo. Per fortuna, speriamo che questi pazzi rimangano nel loro mondo da film catastrofici.
E poi, non dimentichiamoci che gli interessi geopolitici di oggi non sono più quelli del passato. Chi potrebbe lanciare una bomba nucleare sa benissimo che scatenare una guerra nucleare significherebbe mettere fine a qualsiasi forma di potere, perché la ripresa dopo una guerra atomica sarebbe lunga, devastante e, soprattutto, poco redditizia. Vogliamo parlare di come chi ha il potere nel mondo preferisce le armi più sottili, più strategiche e meno "definitive"? Le guerre cibernetiche, le infiltrazioni economiche, il controllo dei mercati, queste sono le vere armi moderne. La distruzione reciproca totale non è più un’opzione praticabile, nemmeno per chi gioca a fare il duro.
Risposta Anonimo 12:33 e 12:42
Hai ragione a dire che l'uso di una bomba nucleare sarebbe controproducente per chiunque possieda una, ma non possiamo ignorare che la geopolitica è fatta anche di logiche non razionali, in cui l’ambizione e la paura dell'impotenza possono spingere anche i più potenti a prendere decisioni irrazionali. La storia ci ha mostrato che la guerra, anche quella nucleare, è a volte il risultato di una spirale di escalation che sfugge a qualsiasi controllo razionale. Inoltre, non è affatto detto che ogni potenza nucleare agisca pensando al "bene comune" del sistema globale. I regimi autoritari, in particolare, potrebbero essere disposti a rischiare tutto pur di mantenere il proprio potere, e in situazioni di estrema pressione, l'uso di un'arma nucleare potrebbe sembrare loro l'unica strada per assicurarsi la sopravvivenza, senza considerare le devastanti conseguenze globali. Non dimentichiamoci che nel mondo moderno, il rischio di un conflitto nucleare non è solo un problema di stati sovrani: gruppi estremisti potrebbero benissimo cercare di procurarsi un'arma nucleare e usarla per colpire dove fa più male, magari per destabilizzare l'ordine mondiale. Quindi, sebbene sembri una "pazzia", la possibilità che qualcuno possa effettivamente usare una bomba atomica è tutt'altro che da escludere.
ma infatti, meglio non escluderla, continuate a riempirvi i vostri rifugi antiatomici in campagna con cibi, droghe, bevande, generatori eolici e solari, mignotte (pardon escorts) e play boys o trombamici, che il mondo è pieno di pazzi che stanchi della loro scialba esistenza vogliono eliminarci a tutti, in ispecie NOI, mortidifame
Ciao fra, che pippone sto’ tizio. Leggi tutto? Sono contenta che sei ancora vivo e perfino ancora con il blog :)) cià da S. ( qui a Napoli salteremo comunque, che ci frega del mondo ? Baci baci
Mi sembra davvero fuori luogo scherzare su una cosa del genere. Il Vesuvio è un tema serio, con una storia che ha segnato la vita di tante persone. Prendersi gioco di una minaccia del genere non è solo irrispettoso, ma anche irresponsabile. Sarebbe meglio riflettere un po’ di più prima di fare certi commenti. Non vali un euro...
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