
Certo che ‘sto fatto che mo’ usa e russia vanno d’accordo ha spiazzato tutta la politica e i relativi dispensatori di notizie, chi lo avrebbe mai detto, chi lo avrebbe mai pensato che politicamente parlando regimi democratici e dittatoriali sono la stessa cosa, stanno sullo stesso piano, vogliono il bene dei loro parenti, amici e compagnucci della parrocchietta e non di certo quello dei mortidifame chiamati a sostenerli nelle urne ogni 4 o 5 anni e poi ad immolarsi per difendere i confini della propria patria.
Questa volta la stanno facendo fuori dal vaso secondo me, perché cosa volete che interessi al mortodifame se oggi lavora per un caporione e domani per un altro, sempre mortodifame resta e sarà difficile convincerlo ad immolarsi e l'unica sostanza per convincerlo potrebbe essere pagare i volontari in divisa almeno 3 volte quello che ricevono oggi senza divisa, un po' come avvenne quando apparvero le brigate rosse ed allora si raddoppiarono gli stipendi degli addetti alla sicurezza tanto che oggi ai relativi concorsi son tutti laureati e magari pure raccommannati e non ci son più quelle barzellette sui carabinieri che circolavano allora.
Nessuno potrà mai sapere quello che circola nella testa dei caporioni mondiali tutti presi a combattere per la sostenibilità delle varie scelte attuate dai consumatori per accontentare Greta e farle coincidere con i loro interessi, ma intanto farne scendere almeno il numero è già qualcosa, perché mo' 'sto fatto che usa e russia vanno d'accordo ha spiazzato tutta la politica e i relativi dispensatori di notizie, er bobbolo obnubilato dalle parole “sinistra” “destra” “centrum” "rossi" "neri" "celesti" "fasci" non sa spiegarselo e nimmeno se accontenta di distinguere gli umani in onesti e disonesti come spiegato ampiamente nel programma del mio partito.
Er bobbolo, specialmente i mortidifame, non si riconoscono negli under 70.000
stavorta saranno mica cazzi ?, io credo di no so' le solite chiachiere
11 commenti:
So' le solite chiacchiere, come quei dolci di Carnevale che magari sembrano allettanti, ma alla fine sono solo zucchero a velo e niente di sostanzioso. Sono piacevoli al palato, certo, ma non nutrono davvero. Risponderò più tardi con quello che c'è da dire, e vediamo dove ci porta questa lunga serie di promesse senza fine.
Nell'attesa, fatevi quattro risate... o almeno provate a capire come funzionano certe "logiche"!
1 - Cosa fa un carabiniere in aeroporto? Offre noccioline al Jumbo!
2 - Cosa ci fa un carabiniere con un cucchiaio in mezzo a tanta gente? Si mescola tra la folla!
3 - Perché i carabinieri sorridono durante i temporali? Perché credono che i lampi siano i flash dei fotografi!
4 - Un contadino scava nel campo e dissotterra un'auto dei carabinieri: “Mi scusi, ci hanno seminato!”
5 - Perché i carabinieri quando vanno a letto mettono sul comodino un bicchiere pieno d’acqua e uno vuoto? Perché se hanno sete bevono, se non hanno sete no...
6 - Perché due carabinieri stanno attenti quando passano sopra il cemento? Perché è armato!
Ecco, niente di che, ma almeno ci fanno sorridere un po' in mezzo alla confusione!
Buona giornata a tutti
A me se Usa, Russia e pure Cina e India e Israele vanno d'accordo e non si sganciano bombe e bombette, anzi tolgono i dazi, abbassano i tassi e ci fanno viaggiare sereni, mi sta pure bene. Pensiero condiviso da tutto il bobbolo, alla faccia dei ricoluzionari.
robbe d'altri tempi, anzi ne circolavano assai peggiori
Buon pomeriggio Fracatz, la tua lucida analisi sulla politica globale, sulla "sostenibilità" e sulla miseria dei mortidifame, mi fa venire in mente quanto fosse giusto il pensiero di alcuni illustri “sociologi di strada” (ma non nominiamo nessuno, non vogliamo farli sentire troppo a disagio). La tua visione del mondo, che non si lascia ingannare dalle etichette politiche o dai miraggi delle grandi potenze, è esattamente quella che serve a chi ancora crede che "democrazia" e "dittatura" siano due mondi separati, quando in realtà si scopre che stanno solo cercando di vedere chi ha il miglior filtro Instagram per mostrare la loro "politica internazionale". Parli di "USA e Russia che vanno d'accordo" e, francamente, non posso fare a meno di ridere. Siamo nell'era in cui ogni alleanza è più liquida di un gelato al cioccolato che sta al sole. Ah, le grandi potenze, che meraviglia! Pronti a giocare a ping pong geopolitico, dove alla fine chi vince sono sempre loro, e noi, poveri "bobboli", restiamo a osservare il gioco, mentre la "guerra fredda" è ormai solo un vecchio ricordo di qualche collezionista di medaglie. Ma continuiamo a fingere che "democrazia" e "dittatura" siano categorie chiarissime, come se fossimo tutti un po' più stupidi. E che dire dei "mortidifame"? Oh, che riflessione saggia! Come potrebbe un uomo che fatica a mettere insieme il pranzo con la cena preoccuparsi di una guerra per la patria, quando ogni giorno combatte per non finire nella miseria? La vera battaglia è quella per il cibo, amico mio! Eppure, i politici ci raccontano sempre storie su "sacrificio" e "onore", come se queste parole avessero qualche significato per chi non ha neppure un tetto sotto cui dormire. Ma, certo, niente come un bel po' di retorica per farci sentire meglio. E se non funziona, basta alzare lo stipendio di un soldato di tre volte quello di un disoccupato. Basta poco, no? Poi si fanno i concorsi pubblici e si scopre che tutti i partecipanti sono laureati e magari pure raccomandati. Perché non ci sarebbe più nulla di divertente senza un po' di barzellette sul sistema, eh? E poi, la "sostenibilità"... Ah, Greta, la paladina dei selfie ecologici! La tua critica è semplicemente perfetta: siamo passati dal "salviamo il pianeta" a "salviamo la faccia" in un batter d'occhio. Non è forse che oggi "sostenibilità" significa semplicemente mettersi una giacca verde e far finta di non vedere l’inquinamento sotto casa? Nel frattempo, i petrolieri fanno festa, gli eco-investitori brindano, e noi, beh, noi continuiamo a cercare di capire come non finire nelle statistiche della povertà. Ma almeno ci consoliamo con qualche slogan e un bel documentario che ci fa sentire migliori per 90 minuti.
E i governi? Ah, questi regimi democratici che si vantano di combattere per l’ambiente mentre ci vendono l’ennesima concessione petrolifera. Ma ci mancherebbe! Hanno davvero a cuore il futuro del pianeta… proprio come hanno a cuore i profitti dei colossi energetici. Un paio di selfie per il Green New Deal e tutti a casa. Chiaramente, tutto questo mentre si parla di "salvare il mondo" in un comizio, ma non si salva neppure la dignità di chi vive con meno di mille euro al mese. Ma continua pure a credere che tutto questo abbia un senso. E per quanto riguarda le alleanze, non è forse vero che ci troviamo in un mondo dove le ideologie sono solo un bel gioco di parole? Gli stessi USA e Russia che si scambiano trucchi da palcoscenico mentre il popolo continua a bearsi della "lotta per la libertà". È incredibile come nessuno si accorga che il vero spettacolo è la nostra disinformazione. Perché alla fine, quando tutto è finito, sono sempre gli stessi a vincere: chi ha il potere, il denaro e la faccia di tolla per venderti la stessa storia ogni giorno. Noi? Beh, siamo quelli che guardano da fuori e, mentre ci chiediamo se sarà meglio salvarci o continuare a ridere, il mondo continua a scivolare.
Alla fine, Fracatz, questa è la vera sfida: non è trovare un nemico, ma far credere a tutti che il "nemico" sia qualcun altro, mentre i veri burattinai continuano a ridere dietro le quinte. E mentre ci fanno credere che la guerra tra il bene e il male sia dietro l’angolo, noi restiamo a chiederci se ci sarà mai un futuro in cui non dovremo più "mangiare o morire". Ma, ah, almeno abbiamo la sostenibilità per fare da specchietto per le allodole, vero?
Ma tu sei proprio sicuro che vanno d'accordo? Io ho qualche dubbio, soprattutto su Trump...
Rispondo io Fracatz, grazie!
Ci sono vari punti da considerare riguardo alla relazione tra Donald Trump e Vladimir Putin, ma uno dei più significativi riguarda l'atteggiamento di Trump nei confronti delle interferenze russe nelle elezioni del 2016 e la sua continua reticenza nel condannare le azioni della Russia. Sebbene l’indagine di Mueller non abbia trovato prove concrete di collusione tra la campagna di Trump e la Russia, le dinamiche politiche che si sono sviluppate durante e dopo le elezioni sollevano interrogativi profondi su come Trump abbia gestito, e spesso minimizzato, il ruolo di Putin nella geopolitica mondiale. In primo luogo, c'è la questione della prolungata ambiguità di Trump nei confronti di Putin, che è stata una costante durante tutta la sua presidenza. La sua tendenza a lodare Putin, definendolo un leader forte e rispettabile, ha creato un contrasto netto con la posizione della maggior parte dei suoi alleati internazionali e delle agenzie di intelligence statunitensi, che considerano la Russia una minaccia alla sicurezza e agli interessi globali. La percezione di una vicinanza tra Trump e Putin ha alimentato teorie secondo cui Trump fosse più incline a difendere gli interessi russi piuttosto che quelli degli Stati Uniti. Perché, d’altronde, chi non vorrebbe un leader che a volte sembra più interessato a far piacere a Putin che a difendere la propria nazione, giusto? Un altro aspetto che ha suscitato preoccupazioni è la reazione tardiva e spesso esitante di Trump agli attacchi informatici russi e alle altre forme di interferenza nelle elezioni. Le agenzie di intelligence americane avevano già individuato e denunciato le operazioni di hacking e disinformazione della Russia, ma Trump ha inizialmente ridotto l'importanza di queste azioni, mettendo in discussione le conclusioni delle sue stesse agenzie di intelligence e dando l'impressione che le preoccupazioni sulla sicurezza nazionale fossero secondarie rispetto alla sua agenda politica. Non c'è niente di meglio che ignorare un attacco esterno su larga scala, soprattutto se ti permette di sembrare un "grande negoziatore", vero? Inoltre, è emerso che membri della sua campagna presidenziale avevano avuto numerosi contatti con figure legate al governo russo, creando una narrazione inquietante di possibili collusioni. Nonostante le conclusioni dell’indagine di Mueller, che non ha potuto provare un'intesa illegale, resta il sospetto che Trump abbia mostrato una sorprendente apertura verso una potenza storicamente antagonista senza considerare completamente le implicazioni di tale comportamento per la politica estera americana. Chissà, forse Trump stava solo cercando di fare nuove amicizie sul palcoscenico mondiale, non c'è niente di più affascinante che stringere la mano a chi, a quanto pare, ha "giocato un ruolo" nelle tue vittorie elettorali.
Infine, va sottolineato l’impatto che questa relazione controversa con la Russia ha avuto sulla fiducia degli americani nelle loro istituzioni democratiche. La costante minimizzazione dei pericoli rappresentati dalle interferenze russe ha contribuito a una crescente divisione nel paese, dove molti cittadini hanno cominciato a dubitare dell'integrità del processo elettorale e delle capacità di difesa delle istituzioni americane di fronte a minacce esterne. Perché preoccuparsi della sovranità e della sicurezza nazionale quando c’è un’incredibile opportunità di mostrare al mondo come si è davvero bravi a mantenere "relazioni internazionali bilaterali"? Nulla dice "stabilità democratica" come sminuire la minaccia russa e puntare su quelle magnifiche strette di mano.
Nel panorama contemporaneo, il mondo cammina su una linea sottile, sempre più affollata di hashtag, gadget e promesse di un futuro migliore. Se un tempo si parlava di cultura, filosofia e ideali per formare la coscienza collettiva, oggi pare che l’unica cosa che si forgia con vera passione sia il portafoglio. Non c'è bisogno di grandi discussioni filosofiche o di riflessioni etiche: basta un sorriso perfetto, una "narrazione" impeccabile e, voilà, sei pronto a vendere non solo il prodotto, ma anche il concetto di te stesso. Le vecchie narrazioni? Semplicemente rivestite di un abito nuovo, più scintillante, più costoso, ma pur sempre vuoto dentro. L’idea di potere oggi non è più una questione di "chi comanda", ma di "chi sa farsi notare meglio sui social". Il vecchio uomo forte e audace è ormai solo una reliquia da museo. Ora, il potere è dietro gli schermi, tra un tweet e una foto su Instagram, perché la vera forza sta nel saper "gestire la propria immagine". E chi meglio di Elon Musk e Jeff Bezos può incarnare questo concetto? Musk, l'uomo che lancia razzi come se fossero nuovi modelli di auto, e Bezos, il nostro "signore del commercio globale", capace di dominare il mondo con un clic, o meglio, con un ordine di Amazon. Perché risolvere i problemi sulla Terra quando puoi vendere il sogno di una casa su Marte, o di una logistica così rapida che persino il tempo sembra arrendersi? Chi ha bisogno di soluzioni locali quando hai il monopolio globale? Ah, e non dimentichiamoci che la sostenibilità è il nuovo trend che, tra l'altro, è anche molto redditizio. Musk, come un moderno Messia della tecnologia, ha scoperto come risolvere i problemi energetici del pianeta, ma solo se acquisti una delle sue auto elettriche, naturalmente. E SpaceX? Beh, chi non vorrebbe investire per mandare qualcun altro su Marte, mentre noi ci dimentichiamo di cosa stiamo facendo a casa? E Bezos, con Amazon, ha capito che la chiave del successo non è solo vendere ciò che le persone vogliono, ma anticipare ciò che non sanno nemmeno di volere ancora. E se non siamo soddisfatti? Non preoccuparti, c’è sempre una nuova tecnologia a portata di mano, pronta per semplificare ulteriormente la nostra esistenza, o almeno a farci sembrare più "smart" mentre la viviamo. Eppure, mentre tutti questi grandi sogni si vendono, c’è un curioso silenzio che aleggia intorno alla realtà. La cultura, un tempo strumento di lotta e pensiero critico, sembra ora un prodotto da scaffale, pronto per essere consumato velocemente. Non si scrive più per scuotere le coscienze, ma per accumulare click e like. Non si scuote l'albero della conoscenza, si raccoglie il frutto del marketing. E la riflessione? Beh, quella è diventata una merce, pronta per essere acquistata, digerita e dimenticata. Ma che importa, quando l’importante è restare al passo con il prossimo “trend”, magari anche quello della filosofia "green" venduta a suon di influencer?
Eppure, nonostante tutto, c'è una strana voglia di trascendere questa superficialità. Ma chi ha tempo per farlo quando si può semplicemente dare un'occhiata a un altro video su YouTube e ottenere subito una visione del mondo che è già confezionata per noi? Persino la ribellione sembra essere diventata un prodotto da vendere, proprio come qualsiasi altro. E i cosiddetti “intellettuali”? Sembrano più preoccupati di navigare nel mare delle opinioni popolari che di rischiare di sollevare veri problemi. In fondo, oggi per essere importanti non devi sfidare il sistema, basta seguirlo, fare parte di esso e, soprattutto, non farti mai notare troppo. Perché, alla fine, per vendere te stesso in questa nuova era, basta essere visibili. E, forse, un po' inutili.
Per uscire da questo stallo, la soluzione non è una semplice denuncia della superficialità del nostro tempo, ma un ritorno alla sostanza, un impegno attivo per ripristinare valori che sembrano sfumati. Non basta più limitarsi a osservare: bisogna agire concretamente, a partire da scelte quotidiane che rispecchiano una visione profonda e autentica del mondo. Ecco come possiamo iniziare a cambiare la rotta:
1. Educare alla consapevolezza digitale: In un mondo dove siamo bombardati da contenuti superficiali, possiamo prendere l'iniziativa a livello educativo. Ad esempio, nelle scuole, si potrebbe introdurre corsi di "alfabetizzazione mediatica" che non solo insegnino l’uso delle tecnologie, ma anche a sviluppare un pensiero critico nei confronti dei contenuti che ci vengono proposti. Questo tipo di educazione formerebbe nuove generazioni capaci di non accettare passivamente le narrazioni digitali, ma di costruire la propria visione del mondo in modo consapevole e informato.
2. Sostenere le aziende etiche: La nostra scelta come consumatori ha un impatto enorme. Sostenere aziende che non solo parlano di sostenibilità ma la mettono davvero in pratica è un primo passo concreto verso il cambiamento. Per esempio, acquistare da imprese che utilizzano metodi di produzione ecologici o che reinvestono i loro profitti in progetti sociali, permette di dare forza a un’economia che non si basa esclusivamente sul profitto, ma sul benessere collettivo. Quando scegliamo di acquistare in modo consapevole, scegliamo di supportare un modello economico più giusto e autentico.
3. Creare spazi di riflessione: È necessario creare ambienti, sia fisici che digitali, dove la riflessione e il pensiero critico siano al centro del dibattito. Un esempio potrebbe essere organizzare gruppi di lettura che non si limitano alla lettura superficiale di bestseller, ma che affrontano temi complessi e stimolano la discussione profonda. Questi spazi di confronto potrebbero diventare incubatori di idee e soluzioni reali, dove non si ha paura di sfidare le convenzioni sociali e culturali.
4. Promuovere l'arte come strumento di cambiamento: L'arte non deve più essere vista come un semplice passatempo, ma come un mezzo di riflessione e di azione. Immaginate un'esposizione che non solo racconti la realtà, ma che inviti il pubblico a mettersi in discussione, a riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente, con il consumismo, con le ingiustizie sociali. La cultura deve tornare a essere un veicolo di resistenza e di cambiamento, un luogo dove le persone possano confrontarsi con le proprie idee e con quelle degli altri.
5. Valorizzare il "fare" rispetto al "sembrare": La cultura del fare concreto deve prendere piede. Anziché concentrarsi su cosa appare giusto o di tendenza, dovremmo educare le persone a impegnarsi in azioni che abbiano un impatto positivo. Creare giardini comunitari, organizzare iniziative di riciclo, partecipare a progetti di cittadinanza attiva sono modi semplici ma efficaci per agire e migliorare la realtà che ci circonda. Ogni gesto, anche piccolo, contribuisce a costruire una società più giusta e autentica.
6. Riscoprire la lettura profonda: Un altro passo concreto potrebbe essere l’istituzione di gruppi di lettura che si concentrano non solo sui romanzi leggeri, ma su testi che stimolano un pensiero profondo, come opere di filosofia o sociologia. Questi gruppi, attraverso il confronto e la discussione, diventano luoghi dove le persone possono riflettere su temi complessi e trovare nuove prospettive sul mondo. La lettura non deve essere solo un atto di intrattenimento, ma un'opportunità per crescere e per riscoprire il valore della conoscenza.
7. Adottare pratiche di sostenibilità quotidiana: Ogni piccola scelta quotidiana conta. Dalla riduzione dei consumi all'uso consapevole delle risorse, possiamo fare la differenza scegliendo di vivere in modo più sostenibile. Partecipare a iniziative di scambio di oggetti usati, riparare invece di comprare nuovo, organizzare eventi di sensibilizzazione sull'ambiente: queste sono tutte azioni pratiche che ci permettono di vivere in modo più responsabile. Non è solo una questione di acquistare prodotti ecologici, ma di cambiare il nostro stile di vita e le nostre abitudini quotidiane.
In sintesi, per uscire da questo stallo non basta lamentarsi della superficialità del nostro tempo. Dobbiamo impegnarci attivamente, adottando comportamenti concreti che riflettano una visione più autentica e profonda della realtà. Ogni scelta, ogni azione conta: dalla riflessione critica alle scelte di consumo, dalla promozione di una cultura più responsabile alla partecipazione attiva in progetti di cambiamento. Il vero cambiamento nasce dalla capacità di agire con consapevolezza, di rifiutare l'apparenza e di concentrarsi sulla sostanza, per costruire un futuro più giusto e autentico.
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