
Lì dentro ci sono 3 orologi, uno di mio padre, uno di mio suocero ed il terzo del padre di mio suocero. Orologi perfettamente funzionanti perché una volta erano oggetti che duravano una vita ed erano facilmente riparabili in caso di guasti. Ogni tanto li prendo, li ricarico per farli funzionare e mantenerli vivi, immaginando nella mente l'atto dei rispettivi proprietari nel farlo, anche se il più vecchio appartenne nell'800 ad una persona che ho potuto conoscere solo in fotografia, una persona molto dinamica credo, in quanto come mestiere faceva il macchinista dei treni e l'orologio dietro è marcato FS e riporta un numero di matricola a sei cifre, probabilmente la matricola della persona a cui era stato donato per esser certi di arrivare sempre in orario nelle varie stazioni giornaliere. Dei miei orologi invece non c'è traccia alcuna, nemmeno quello che mi regalarono alla prima comunione. L'unico di un certo valore lo regalai al mio figliolo quando me ne andai in pensione, a me non serviva più, di certo non era adatto alle mie future frequentazioni e tutt'oggi porto orologetti cinesi da 5 euro dai numeri molto grandi e le lancette ben visibili da poter esser consultati senza l'ausilio degli occhiali e di certo non posso metterne nessuno nella teca per continuare la tradizione, tanto ormai siamo nella società dei consumi e di orologi nell'arco di una vita se ne usano a iosa, peccato per quello della prima comunione, un vero peccato, era un Avia sempre a carica manuale che mi andò smarrito o, meglio, rubato, nei tanti traslochi fatti nei primi anni di matrimonio.