Per noi era una gran rottura in quanto ci toccava star buoni ed aspettare, che poi una volta da grande mi resi conto che neanche lo facevano per rimediare qualche anima gemella, loro tutti morti anziani e scapoli, ma proprio perché la domenica desideravano evadere dal solito misero tran tran della loro vita quotidiana. Comunque a guardà tutti quei miseri dalle mani callose vestiti in giacca e cravatta volteggiare armoniosamente sul rude pavimento sarebbe qualcosa di imperdibile oggigiorno anzi da pagacce proprio er bijetto, che persino nelle feste dei borghi di Latina c'è tanto di orchestra e pavimento sempre lucidato.
Te comunque, visto che rifiuti le danze arifatte co' l'ajetto cantanno: "...Mi manchi, mi manchi. Posso far finta di star bene, ma mi manchi...." e poi come sempre nella vita sarà quel che sarà....
mia mamma insistette per la terza volta per avere la femmina e fu accontentata, che ai suoi tempi la femmina garantiva una vecchiaia serena ai propri genitori, poi venne l'era moderna, i robot e speriamo di non averne bisogno.
4 commenti:
Una volta c'erano poeti per il ballo ovunque anche dalle mie parti.
Complimenti oggi hai scritto un post nostalgico ma tanto romantico. Noi vecchietti siamo alla ricerca del tempo perduto.
ricordo le feste in paese dove tutti si dedicavano a ballare il liscio, e mi chiedevo dove lo avessero imparato così bene quei contadini che per tutto il giorno sgobbavano nei campi
Messer Fracatz ha quest'arte della sagacia romanesca disincantata intrecciata con qualche vena nostalgica per la felicità delle cose semplici, arcaiche, pre-progresso al peggio.
Me_mi garba!
Posta un commento