26 giu 2025

Fate attenzione

 A volte succede, che mentre vi appassionavate nelle vostre ricerche spirituali più gradite, il solito furbetto nella terra dei caki invece si faceva bene le sue cosine, i cazzi sui per capirci meglio.
Ero tutto preso nel cercare la soluzione migliore per il piccolo tempo di vita rimastomi, tanto da pensare se fosse meglio trasformarmi in neutrini e spostarmi alla velocità della luce per guadagnare qualche secondo in più di vita da passare poi in un universo parallelo dove  magari il tempo scorre al contrario, tanto da riportarmi indietro negli anni e riuscire a rientrare nell'utero della mia dolce mamma, quando l'occhio invece mi capita su questa notizia capace di riportarmi immediatamente nella nostra triste realtà giornaliera, regalataci dai nostri attuali caporioni scelti anche questa volta dal nostro dolce caro amato variegato generoso immaginifico bobbolo di destra sinistra e centrum.
Ma come, diche ie, abbiamo stroncato gli ospedali, le scuole, non ci sono soldi per le case bobbolari e tu foraggi, ovvero butti soldi per queste cazzate? 
Già mi rodeva il culo perché questo paraculo era venuto da noi, usufruiva delle nostre mense dei poveri (a detta dei nostri mezzi comunicativi) e poi ammazzava moglie e figlioletta tanto da farsi rincorrere dalla nostra sensibile justicia che lo vuole indietro dalla grecia cosicché il nostro amato bobbolo possa mantenerlo in un carcere a vita e poi vengo a scoprire della sua paraculaggine al confronto della quale gli imbroglioni del reddito di cittadinanza appaiono come dilettanti.
Che figura de merda, ancora soldi agli amici degli amici mentre il bobbolo aspetta 2 anni per una visita medica, il bobbolo dovrebbe ora aspettarsi almeno il taglio delle mani ai ladri che hanno contribuito o si accontenterà delle solite chiachiere?
I soldi non dovrebbero buttarsi mai, neanche se ne avessimo in abbondanza ed il bobbolo deve pretendere delle punizioni esemplari ai caporioni che lui si continua a scegliere ogni 5 anni, specialmente in questo caso in cui si regala una consistente fetta della torta ad un cittadino di un altro paese, quasi a voler ricambiare tutti quei pacchi di cibo che ci diedero loro dopo la fine della guerra, sui quali però era scritto chiaro e nella nostra lingua: "Dono del popolo Americano".

solo per i lettori maschi e minorenni

5 commenti:

Andrea ha detto...


E pensare che a furia di “fare attenzione” ci siamo ritrovati col portafogli vuoto e le mutande giù. Rexal Ford è il testimonial perfetto dell’Italia attuale: mangia alle mense dei poveri, poi stermina la famiglia, fugge in Grecia e noi, anime belle, lo inseguiamo col cuscino in mano per assicurargli una cella e tre pasti caldi a vita. Ma non basta: prima di andarsene aveva anche ottenuto un bel finanziamento da centinaia di migliaia di euro per un film che non ha mai finito, anzi, forse nemmeno iniziato. E lo Stato pagava, fiducioso, perché a volte basta una sceneggiatura farlocca per aprire il rubinetto del “tax credit” e bere a garganella. Intanto il bobbolo aspetta due anni per una TAC, ma guai a dire che siamo nella fogna: c’è sempre un esperto in TV a rassicurarci che “va tutto bene”. E se ti lamenti, sei populista. Ci hanno promesso i tagli: non alle frodi né agli sprechi, ma alle mani dei ladri. Ma si sono scordati di specificare che i ladri stanno dall’altra parte del microfono, o siedono nei tavoli dove si distribuisce la torta. Il popolo invece, ogni cinque anni, si taglia da solo le coronarie. E applaude.

Anonimo ha detto...

Il bello Andrea, non si tratta nemmeno più di “emergenza” o “caso limite”: è sistema, è prassi, è core business del declino. Uno chiede un tax credit per un film inesistente, viene premiato con un bonifico pubblico, ringrazia uccidendo moglie e figlia, scappa all’estero e lo Stato italiano, con zelo e servilismo, si mette in moto per riportarselo a casa, non per giustizia, ma per mantenerlo in carcere come se fosse un ospite in mezza pensione. E intanto chi ha truffato e chi ha autorizzato, promesso, firmato, erogato… tutti a posto. Nessuno paga. Anzi, magari nel frattempo stanno già progettando un altro film, magari ambientato in un’Italia in cui i coglioni pagano e i criminali fatturano. Il titolo? “Il grande raggiro, finanziato dal Ministero della Cultura, patrocinato dal Popolo Sovrano”. Epilogo già scritto: nessuno si dimette, nessuno si vergogna. Solo il bobbolo si arrabatta tra visite mediche negate, affitti impossibili, figli disoccupati e mutui da strozzini. Ma guai a reagire, ché poi ti danno del giustizialista. Tanto alla fine c’è sempre un talk show dove il criminale diventa “fragilità sociale” e il fesso sei tu che lavori, voti, paghi le tasse e muori in sala d’attesa.
G

Andrea ha detto...


E poi ci dicono che è stato “un errore”, “una svista”, “una catena di disattenzioni”. No, non è un errore: è la regola non scritta di uno Stato che premia i furbi, accarezza i criminali e tartassa i cretini. Non c’è nulla di eccezionale in questa storia: è solo un’altra pagina del Manuale del Tradimento, versione aggiornata. Tradimento dello Stato verso chi ci crede ancora, verso chi lavora, paga, aspetta, vota, spera. Ford è solo un ingranaggio, il risultato naturale di un sistema dove il furto è competenza, la truffa è progettualità e il crimine è differenza culturale. Intanto, se ti azzardi a contestare, sei “disinformato”, “razzista”, “complottista”. E se provi a reagire, ti mandano un funzionario a spiegarti che è tutto in regola, anche quando ti stanno sfilando il portafoglio da sotto la giacca. Non è solo una figura di merda: è un sistema fondato sulla merda, impastata con i bonus cultura, i finanziamenti pubblici, e l’ideologia della colpa rovesciata. E a chi ancora chiede giustizia, rispondono con un hashtag.

Anonimo ha detto...

Eccolo, senza anestesia Andrea, l’ennesima scena di questo film-truffa in cui gli unici a pagare il biglietto, a prezzo maggiorato, siamo noi. Rexal Ford non è l’eccezione, è il logo ufficiale di un Paese dove il Ministero della Cultura distribuisce tax credit come coriandoli a carnevale, i burocrati timbrano sulla fiducia, i politici applaudono in conferenza stampa e i media impastano la merda con lo zucchero per farla sembrare tiramisù. Il copione è collaudato: chi firma il finanziamento “sbaglia modulo”, chi incassa si dilegua con la sceneggiatura fantasma, chi dovrebbe controllare fa spallucce perché “mancano le risorse”, le stesse risorse che magicamente ricompaiono quando c’è da garantire assistenza legale, vitto, alloggio, canali satellitari e dieta personalizzata all’assassino di turno. Intanto, se tu non versi quattro euro di bollo auto ti pignorano l’ombrellone in spiaggia; se un pensionato si ammala deve prenotare la TAC nell’altra vita; se un insegnante chiede carta igienica per la classe deve presentare un progetto PNRR. Questa non è solo complicità, è una catena alimentare: in cima i predoni col tesserino, sotto i predoni col casellario, alla base i tonti col 730 in mano. E ogni volta che qualcuno osa chiedere conto di sprechi, frodi e morti ammazzati, partono i comitati d’accoglienza con le loro parole-camomilla: inclusione, fragilità, complessità. Traduzione: zitto e paga, ché l’Italia è la patria del bello e quindi del ladro. Ma ricordatevi: quando arriverà il redde rationem non basteranno più gli hashtag e le conferenze stampa; serviranno le ricevute di tutto quello che avete sottratto, un centimetro di intestino alla volta, al popolo che finge di addormentarsi ma intanto affila i coltelli dell’odio sociale. Non ci sarà pietà, perché la pietà ve la siete già mangiata insieme ai finanziamenti, alle rate dei mutui altrui e al futuro di chi vi mantiene.
G

Andrea ha detto...

E adesso ci dicono che “bloccano i finanziamenti”, proprio come hanno mandato in pensione la mitica dottoressa Brunella Vercelli: vent’anni di poltrona dorata a Palazzo Chigi, stipendi d’oro, studio privato sempre chiuso, pazienti fantasmi e un emendamento su misura per prolungarle la cuccagna. Quando Report ha bussato alla porta, puff… miracolo: pensione express e comunicato ASL. Stesso copione dei tax-credit milionari ai film fantasma: prima spalancano il bancomat, poi, quando la puzza arriva in TV, fingono stupore, tagliano il nastro tricolore della “moralizzazione” e chiudono il rubinetto che avevano aperto loro. Intanto il bobbolo resta senza TAC, senza medici di base, senza cinema e senza vergogna di chi firma i decreti ad personam.